Piazza Galvani

La piazza viene aperta in concomitanza con la costruzione del portico e dell’edificio dell’Archiginnasio, voluti da papa Pio IV nel 1563 e opera di Antonio Morandi detto il Terribilia. In questo sito si teneva già la fiera dei bozzoli da seta da cui il nome di piazza del Pavaglione che deriverebbe da padiglione, alludendo ai ripari sotto cui si teneva tale manifestazione.
Se a est la piazza è chiusa dal corpo di fabbrica della Biblioteca Comunale, dal caldo color cotto, a nord il fondale è costituito dall’abside della chiesa di San Petronio che subisce, proprio a causa della costruzione dell’edificio dell’Archiginnasio, un ridimensionamento rispetto al progetto originario che impegnava un’area ben maggiore. Tale cambio di programma determina l’aspetto come di non finito che caratterizza il paramento murario a mattoni faccia a vista.
A ovest invece spicca, in angolo con il tratto finale di via Farini, il fianco dell’ottocentesco palazzo Ratta Agucchi di Coriolano Monti, caratterizzato da un decoro bicolore in giallo e rosso che simula un paramento bugnato a punta di diamante, esempio raro in città.
Infine verso sud, il fondale scenografico della piazza si arricchisce del volume neo rinascimentale della Banca d’Italia e, al di là della stretta via del Cane, di Palazzo Cavazza, opera di Giuseppe Mengoni, già autore in città dell’edificio per la Cassa di Risparmio. Nel 1911 Alfonso Rubbiani progetta l’aggiunta dei due balconi, ma l’elemento di vero interesse è, al sommo, il fregio con i busti di uomini illustri.
Relativamente invece alla denominazione della piazza, nel 1801, per celebrare la pace di Lunéville fra Francia e Austria, stati che si contendevano il governo dei territori emiliani, il sito prende il nome di piazza della Pace ma il toponimo non attecchisce. Nel 1871, infine, la piazza viene dedicata allo scienziato Luigi Galvani, raffigurato nella statua che domina il luogo, opera dello scultore Adalberto Cencetti.