Abbiamo incontrato il fotografo Stefano Degli Esposti, autore di una serie di scatti originali in cui i portici rivelano una inedita natura di forte astrazione.
Qual è il suo approccio alla fotografia e in che cosa si sostanzia il progetto che condivide con Mariangela Scuderi?
Dopo una lunga pratica della fotografia generalista, prevalentemente legata al turismo e che trova spazio nel mio sito nella sezione dedicata ai Racconti Fotografici (Photo Stories), dal 2010 in poi matura in me la consapevolezza di una spiccata attitudine per l’astrattismo.
Da allora il mio approccio alla fotografia si evolve verso una concezione più artistica, destinata a creare qualcosa di più prossimo all’immaginazione. Una migrazione dall’oggettivo al soggettivo, lasciando il più ampio spazio all’interpretazione personale. La ricerca della bellezza nascosta nei dettagli, che spesso gli occhi non colgono con immediatezza, piuttosto che la riproduzione dell’evidenza.
Questo è il punto dal quale inizio a esporre nelle principali manifestazioni nazionali: MIA Photo Fair e Photo Festival (entrambe a Milano), ottenendo diverse pubblicazioni delle mie opere su testate come Panorama e riviste specializzate come Gente di Fotografia, oltre ad altri mezzi stampa. Arrivano anche i riconoscimenti dalla mia partecipazione a concorsi internazionali online come PX3 – Prix de la Photographie Paris e IPA – International Photo Awards, fra i tanti.
Il mio modo di fotografare attuale è assimilabile ad un processo produttivo: uso la realtà come “materia prima” e la trasformo attraverso il mio stato d’animo e la mia immaginazione per ottenere il “prodotto finito”, ovvero un’immagine che crei qualcosa che non esiste se non nell’intimo del sentimento che essa è destinata a generare.
Oggi, il mio scatto non è più guidato solo da un singolo impulso emotivo, ma si arricchisce della sua potenziale elaborazione “post-produttiva”, senza perdere la sua natura istintiva: all’emozione si aggiunge la visione. La mia creazione di immagini è passata da casuale a progettuale. Le mie serie non sono più legate ad un evento o ad un luogo, ma bensì a un focus su un determinato contesto o tema. I miei progetti spaziano dai tramonti agli agglomerati urbani, dalle riprese terrestri a quelle aeree, dall’architettura all’agricoltura. Questa visione immaginifica del mondo spesso mi aiuta a scoprire singolari comunanze estetiche fra mondi apparentemente inaccostabili, come il ritrovamento delle linee architettoniche delle metropoli nei vigneti del progetto Agritecture.
L’ultimo dei miei progetti è Vortici, realizzato nell’ estate del 2025 in collaborazione con Mariangela Scuderi (giornalista, fotografa e videomaker), per interpretare in chiave artistica la raffigurazione dei Portici di Bologna, partendo dallo studio delle loro caratteristiche architettoniche, grazie all’esplorazione dei loro dettagli. Con un gioco di parole (Portici – Vortici), Vortici vuole rappresentare la magia della sequenzialità, talvolta ipnotica, di quest’opera urbanistica identitaria della città, capace di offrire prospettive tendenti all’infinito.
Vortici in sintesi è:
… un omaggio a Bologna, per restituirle le emozioni che regala, aggiungendo un inedito valore estetico a quelli storico e culturale già riconosciuti dall’UNESCO
… come un viaggio della mente, che cattura l’attenzione con la magia dei giochi delle prospettive e trasporta in un’altra dimensione con l’aiuto dell’immaginazione
… come camminare dentro alla bellezza nascosta della “metropolitana pedonale” di Bologna, fino al cielo sopra San Luca.

Come è nata l'idea di Vortici?
Il progetto Vortici nasce da un’idea di Mariangela Scuderi per rappresentare in termini di immagini il senso di infinità dei Portici di Bologna, partendo dalla somiglianza con la sensazione di illimitatezza di continuità della skyline di Manhattan (New York – USA), a seguito di un’ attenta e qualificata osservazione di due mie serie speciali: Minhattan (Projects - Citypatterns) e soprattutto Legoland (Fine Art). Quest’ultima, volta a rappresentare l’interscambiabilità di diverse immagini, affiancandole una all’altra con diversa sequenza senza alterare la verosimiglianza delle varie immagini finali complessive, come in una costruzione di Lego, appunto. L’idea di Mariangela Scuderi ha come fine artistico la realizzazione di un modello di stampa di immagini denominato CUBO, che possa arredare perimetralmente un ambiente intero, senza soluzione di continuità, sfruttando una serie di immagini aventi le idonee caratteristiche, come appunto quelle del progetto Vortici e delle altre due serie summenzionate.

Data l’impossibilità di riprendere i portici da una distanza adeguata, il progetto punta sulla ripetitività degli scatti, amplificando l’effetto delle loro particolarità architettoniche per meglio interpretare il tema pregnante dell’infinità. Infatti, alcune opere mostrano ai bordi figure non compiute, per dare al pattern un senso di illimitatezza, oltre ad offrire la possibilità di continuare l’immagine a seconda dell’uso.
Il progetto Vortici ha un logo, scelto e realizzato in condivisione e collaborazione con Mariangela Scuderi, ricavandolo dall’opera “Vortice”.

Tecnicamente, come vengono costruite le immagini?
Vortici comprende 100 opere, realizzate componendo in modi diversi 50 fotografie base. Le riprese sono state effettuate a mano libera, in varie condizioni di luce solare e di illuminazione, presso 16 porticati, nei pressi delle seguenti zone: Meloncello, San Luca, Via Indipendenza, Via Farini, Piazza Cavour, Via Oberdan, Piazza Santo Stefano.
Ciascuna opera consiste nella ripetizione speculare di una sola fotografia base nell’ambito della stessa immagine finale. Le composizioni contengono fino ad oltre 500 fotografie base, che sono orientate ed affiancate fra loro in modo diverso. I titoli delle opere nascono dalla impressione condivisa con Mariangela Scuderi a prima vista dopo la realizzazione, ma sono interpretabili in modo assolutamente soggettivo. L’attività di post-produzione occupa buona parte del lavoro.

Che futuro le piacerebbe per queste opere?
Oltre alla partecipazione ad eventi espositivi, il progetto Vortici, a nostro avviso, ha una sua destinazione naturale a rappresentare la bellezza di Bologna con immagini che potrebbero diventare iconografiche sia per i Portici stessi (in quanto patrimonio UNESCO) sia per la Città, dalle Istituzioni ai suoi abitanti. Le opere di Vortici potrebbero essere riprodotte su oggetti, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, dal mondo della ceramica a quello della moda o anche alle carte da parati, nonché alla grafica per i suoi molteplici usi. Tuttavia, il tendere all’infinito delle sue opere, rende Vortici utilizzabile illimitatamente in qualsiasi ambito, grazie anche al posto speciale che i Portici trovano nel cuore dei bolognesi e probabilmente anche in quello dei turisti, che visitano Bologna molto più numerosi rispetto al passato.

Quindi, secondo noi, Vortici potrebbe svolgere una sorta di ruolo di ambasciatore della bellezza di Bologna per attirare l’attenzione di nuovi visitatori con immagini intriganti di texture misteriose che creino curiosità, in alternativa alle immagini classiche limitate a mostrare l’evidenza (già ampiamente disponibili sul web con semplici ricerche) e una testimonianza affettiva per i bolognesi ed i turisti che l’hanno già visitata (souvenir).
Sito web di Vortici: https://www.stefanodegliesposti.it/works/projects/vortici/

